La proposta di legge “Salva Milano”, approvata dalla Camera il 21 novembre e ora in discussione in Commissione Ambiente al Senato, mira a sbloccare circa 150 cantieri sequestrati dalla Procura di Milano per presunti abusi edilizi. Tuttavia, la sua approvazione è slittata a gennaio. Il disegno di legge elimina l’obbligo dei piani attuativi comunali per demolizioni e ricostruzioni su singoli lotti in “ambiti edificati e urbanizzati”, semplificando gli interventi edilizi rispetto ai vincoli previsti dalla legge urbanistica del 1942.
La Procura e la Guardia di Finanza di Milano, indagando su 40 progetti edilizi, hanno contestato l’uso improprio della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) per costruzioni di grandi dimensioni. Secondo gli inquirenti, edifici con altezza superiore a 25 metri o volumi oltre 3 mc/mq non possono essere considerati semplici ristrutturazioni, ma vere e proprie nuove costruzioni. Queste, richiedendo permessi più complessi e oneri di urbanizzazione più elevati, necessitano di piani attuativi con una valutazione d’impatto urbanistico. Tali oneri servono a finanziare infrastrutture come parcheggi, aree verdi e scuole per i nuovi residenti, ma in alcuni casi sarebbero stati sottostimati.
Per affrontare queste problematiche, il Comune di Milano, con una delibera di febbraio 2024, ha imposto il rilascio di autorizzazioni solo tramite permessi o piani attuativi per costruzioni che superano i parametri della legge Ponte del 1967. Questo ha però bloccato molti nuovi sviluppi immobiliari, portando alla necessità di una soluzione normativa.
Fonte: https://ntplusdiritto.ilsole24ore.com/art/salva-milano-un-opportunita-ripartire-AGv2S3VB